Konstantin Grcic
Fino al 26 agosto la galleria Kreo presenta “Transformers”, una mostra di Konstantin Grcic.
Il designer utilizza un dispositivo di misurazione di precisione utilizzato nell’industria automobilistica e aeronautica, deviato dalla sua funzione originale. Crea così una collezione di nove pezzi, sospensioni, piantane, luci da lettura, lampade da tavolo, tavolini che si aggiungono ad alcune novità milanesi a pochi giorni dalla Fiera di Basilea dove convergono i grandi collezionisti. Una magnifica scusa per incontrarsi, per soffermarsi sulla carriera di questo designer intransigente sulla forma.
È uno dei nomi che ci scambiamo con aria complice, una volta che possiamo vantarci di pronunciarlo correttamente.
Konstantin Grcic è diventato il designer tedesco essenziale dal rigore esasperato, come un Richard Sapper o un Dieter Rams.
Quando lo incontri non puoi che ammirare la sua calma coinvolgente, una calma che si nutre del connubio tra artigianalità e tecnica. Formatosi a Parnham, una scuola privata nel Dorset, prima di entrare al Royal College of Arts, tre anni di collaborazione con SCP Ltd rafforzeranno i suoi legami con il Regno Unito.
Per lui il perfezionismo è essenziale. Un approccio morale e disciplinato al design che ha poi condiviso con il suo direttore degli studi, Jasper Morrison, appena sette anni più anziano di lui.
Un dialogo continuo
Si è sempre ispirato al legno, riciclabile all’infinito, ma eccelle nella lavorazione del metallo, della plastica che usa con parsimonia e dei nuovi materiali frutto della ricerca.
Il suo cervello ricorda le opere d’arte della galleria di sua madre e l’apertura di suo padre. Attinge da una prospettiva di produzione industriale unica.
Alla RCA non ha preso parte all’abbondanza di forme arbitrarie degli anni 80. I suoi mobili sono progettati per la produzione, anche la sua illuminazione.
Promuove la relazione uomo-oggetto, quella che Marcel Breuer chiamava “generosità progettuale” e condivide una visione ecologica del design che SCP e Cappellini apprezzano.
Aprendo il suo studio nel 1991, inizia collaborazioni internazionali con Driade, Flos, Krups, Montina, Moormann, Moroso, ProtoDesign, Whirlpool… il Compasso d’Oro.
Il buon design è quello che può essere spiegato al telefono. Assottiglia gli spessori e ribalta le logiche di massa.
Ad Euroluce, presso lo stand Flos , la Black Flag si è dispiegata come un grande braccio di oltre 3,50m, non per fare ombra ma per creare luce. I suoi apparecchi hanno seguito le trasformazioni dell’industria elettrica che deve applicare misure di sicurezza sempre più drastiche su un pianeta in pericolo.
Uso e riciclo oggi vanno di pari passo. Ed è felice di vedere oggi la lampada portatile May Day, trasformata in una luce da esterno grazie ai progressi nelle tecniche di sigillatura.
Benedetto Duhalde