4 Rue des Crayères di Ruinart

 In Rassegna Stampa

La maison Ruinart svela 4 RUE DES CRAYÈRES, a Reims. Un luogo storico in cui il marchio ha reinvestito chiamando l’architetto Sou Fujimoto per realizzare un nuovo padiglione. Un vasto progetto al quale hanno partecipato il paesaggista Christophe Gautrand e l’architetto d’interni Gwenaël Nicolas.

Si tratta di un progetto architettonico concepito come un tramite tra la storia antica e il presente. Parte integrante del paesaggio vitivinicolo di Reims, questo sito storico della maison Ruinart, fondata 300 anni fa, è stato completamente riprogettato per accogliere i visitatori.

Un progetto su larga scala guidato dall’architetto Sou Fujimoto, dal paesaggista Christophe Gautrand e dall’interior designer Gwenaël Nicolas. Frutto di una riflessione sull’immagine del marchio e sull’evocazione dello champagne, la costruzione è immersa in un giardino molto scenografico, interamente riprogettato per l’occasione. Un sito “immerso nella storia e trasformato in cui know-how e innovazione si esprimono armoniosamente; dove la natura convive con la cultura e il patrimonio”, afferma Frédéric Dufour, presidente della Maison Ruinart.

 

Architettura giapponese ispirata al luogo

Si tratta di un edificio la cui forma estremamente raffinata e contemporanea potrebbe sorprendere all’interno di un sito storico come questo. Tuttavia, “il nostro progetto non rappresenta una rottura con il luogo, anzi”, afferma Marie de France, architetto responsabile dello studio francese Sou Fujimoto. Infatti, oltre all’ispirazione formale della costruzione, che trae origine dall’evanescenza delle bollicine dello champagne, la costruzione richiama, attraverso l’uso della pietra di Soissons e della sua struttura in legno, le costruzioni circostanti con le quali “l’altezza del padiglione flirta in modo tale da inserirsi in armonia” con le facciate del XIX secolo.

Tuttavia, nell’ottica di rinnovamento del complesso, l’edificio si apre sul cortile principale con una facciata interamente vetrata. Un contributo visivo rafforzato dal trattamento riservato al vetro. “Ispirandosi sempre alle bollicine di champagne che salgono sulla superficie del bicchiere, il gradiente creato sulla facciata protegge l’interno dal sole occidentale, ma soprattutto consente di incorniciare la vista.

I visitatori all’interno vengono quindi indirizzati verso la dimora storica della tenuta anziché verso il cielo. La rimozione del trattamento al di sotto dei due metri consente di mantenere una dimensione umana nonostante l’altezza del soffitto di 10 metri in alcuni punti. » Progettato per ospitare opere d’arte, il giardino mira anche a proteggere la biodiversità

Primo progetto di Sou Fujimoto ad essere realizzato in un vigneto, 4 RUE DES CRAYÈRES, è anch’esso rappresentativo del lavoro dell’agenzia, sottolinea Marie de France. “Non volevamo competere con ciò che già esisteva, ma trovare un modo per migliorarlo offrendo qualcosa di completamente nuovo. L’edificio risulta così allineato all’asse del giardino con una leggera asimmetria tipica dell’architettura giapponese.

Inoltre, ritroviamo in questo progetto i principi ricorrenti della nostra architettura, ovvero semplicità e sobrietà visiva. » Inizialmente pensata, l’architettura del padiglione è stata poi valorizzata grazie ai lavori svolti all’interno per valorizzare il marchio e all’esterno per valorizzare l’edificio e la sua storia. L’interno, luminoso e aperto verso l’esterno, propone la scoperta delle diverse annate del marchio

 

Un’esperienza sensoriale

Vero e proprio capolavoro di architettura, il giardino è immerso in un parco alberato di 7.000 m². Originariamente concepito per ospitare opere d’arte in situ, è stato progettato dall’artista paesaggista Christophe Gautrand come esperienza a sé stante.

Assumendo la posizione di far rivivere le cave di gesso, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 2015, propone un approccio molto scenografico fino al padiglione Sou Fujimoto.

Il visitatore percorre così un itinerario tracciato tra due pareti di calcare bianco, sulle quali si trovano le tracce degli utensili. Stigmate volutamente evidenziate come marcatore del tempo. Ritmato da angoli, questo corridoio offre una passeggiata immersiva, scandita da giochi di vedute e di luci che passano da un mondo quasi sotterraneo alla luce della tenuta, e in particolare del padiglione di Sou Fujimoto di fronte al quale si trova il visitatore.

Il passaggio a prospettive molto rettilinee contrasta radicalmente con la curva del padiglione e segna di fatto una rottura visiva. Il giardino diventa la fonte di un dialogo, questa volta architettonico, tra gli edifici antichi e quelli contemporanei.

“La storia di Ruinart e di questo terroir della Champagne si ritrova nei minimi dettagli del progetto paesaggistico: un giardino da esplorare e da vivere, dove si rivela lo spirito della Maison”, conclude Christophe Gautrand.

 

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